Dopo l’esperienza di Squaw Valley, sicuramente negativa per la carente organizzazione, i Giochi Olimpici tornano in Europa. E’ Innsbruck, la capitale del Tirolo, a ospitare la nona edizione delle Olimpiadi sulla neve. E’ la prima volta in cui le gare non si svolgono tutte nella sede dei Giochi ma spaziano nel comprensorio, è la prima volta in cui il fuoco viene acceso a Olimpia e poi viaggia verso la città Olimpica. C’è un nuovo vigore olimpico con la partecipazione di nuovi paesi e con il record di atleti.
C’è solo un grosso problema: manca la neve ed è necessario tantissimo lavoro dei volontari per riempire le piste. E’ un’organizzazione dei Giochi perfetti, è la vittoria di Innsbruck ma proprio per la mancanza di neve viene a mancare l’impatto turistico sulle montagne olimpiche. E’ il 29 Gennaio quando l’ultimo tedoforo Joseph Rieder, sciatore austriaco, accende il fuoco di Olimpia e i Giochi possono avere inizio.
La storia di questi Giochi è datata 5 Febbraio 1964, il giorno della massacrante 50km di fondo. E’ come sempre una gara con i nordici protagonisti: Svezia, Finlandia e Norvegia occuperanno alla fine i primi dieci posti dell’ordine d’arrivo.
Ma con la storia facciamo un salto indietro nel tempo. Nel 1929 nasce a Malung-Salen, in Svezia, Sixten Jurnberg: sarà uno dei fondisti più grandi di sempre. Non nasce da famiglia ricca e così fin da piccolo deve compiere quei sacrifici necessari per aiutare la famiglia: lavora come taglialegna e come fabbro e per raggiungere il luogo di lavoro, impara a sciare su sci stretti. Nasce così il campione Sixten Jurnberg.
C’è la guerra e il difficile dopoguerra a rallentare il suo ingresso nell’agonismo sportivo, ma poi nel 1954, ai mondiali di Falun, arriva il primo bronzo. A Cortina nel 1956 arriva il primo oro olimpico nei 50km al quale si aggiungono un argento e un bronzo. E Sixten inizia a dominare: nelle distanze lunghe, nessuno sa controllare e dosare le forze come lui. Vince mondiali e vince due volte la classicissima Vasaloppet, vince ancora un oro a Squaw Valley, ma fallisce i 50km, unico motivo di delusione della sua immensa carriera. Ma Sixten è nordico, è focalizzato sugli obiettivi, è uomo di ghiaccio e decide di sciare fino a Innsbruck per riprendersi quell’oro.
E rieccoci al 5 febbraio 1964, al Cross Country Skiing Stadium di Innsbruck. Sixten ha 35 anni, non è il favorito: ci sono i finlandesi Hamalainen e Mantyranta e il norvegese Gronningen che partono con i favori del pronostico. Hamalainen parte fortissimo e sembra volare verso la vittoria. Jurnberg dopo 12,5km è quarto a 21” dal finlandese; poi a meta gara a terzo con un distacco dal finnico di 54 secondi. Qui Jurnberg inizia la rimonta e al km 32.5 il suo distacco è solo di 20 secondi. E’ una gara straordinariamente bella nonostante il caldo e nonostante la poca neve delle montagne tirolesi.
Ed eccoci agli ultimi 10km quando succede ciò che non ti aspetti: Hamalainen crolla e chiude sedicesimo; Jurnberg prosegue con il suo passo, passa al comando e vola verso la storia. Sixten Jurnberg è alla sua ultima gara individuale, ne è consapevole e vuole gustarsi gli ultimi metri: vince con 2h43’52”, vince ed entra nella storia mondiale dello sport. Al secondo posto arriva il norvegese Ronnlund con oltre un minuto di distacco.
E’ l’ultimo canto più bello e più dolce, quello che Sixten sognava dalla delusione olimpica di quattro anni prima, quello che forse sognava quando, da bambino, andava a lavoro su quegli sci stretti che lo avrebbero reso eterno. E così, con questo oro al collo, Sixten Jurnberg chiude una carriera meravigliosa, una carriera con 4 ori olimpici e 8 ori mondiali. Autentico fuoriclasse.
E’ il 5 Febbraio 1964, sono i giochi Olimpici di Innsbruck, è la 50km di sci di fondo, è Sixten Jurnberg che vola per sempre nell’Olimpo dello Sport. E’ oro il giorno della sua ultima gara. Come nelle favole.
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