E’ il 1972 e i Giochi Olimpici Invernali sbarcano in Giappone: è la prima volta al di fuori di Nord America ed Europa, ed è anche la prima volta che una località vicino al mare ospita le Olimpiadi Invernali. E’ Sapporo, il capoluogo della regione di Hokkaido in Giappone, la capitale olimpica di quel freddo febbraio del 1972. E’ un’Olimpiade ben organizzata, con il pubblico che accoglie con calore tutti gli atleti seppur non abbia mai visto gare di sci alpino o di sci di fondo. E forse è l’ultima Olimpiade in cui si vive quel clima olimpico sereno e disteso: pochi mesi dopo, ai Giochi di Monaco 1972, l’assalto terroristico di Settembre Nero cambiò per sempre l’idea dei giochi Olimpici. Il fascino Olimpico rimane, l’emozione olimpica anche, ma le misure di sicurezza aumenteranno fin da subito.
La storia di Sapporo 1972, non poteva che essere una storia Giapponese: quel Giappone che dopo Tokyo 1964 tornava ad ospitare i Giochi. Ed è la storia della finale del salto 70m: è il giorno di Yukio Kasaya, è il giorno di una storica e irripetibile tripletta tutta giapponese.
Yukio nasce nel 1943 a Yoichi, non lontano da Sapporo, nel cuore della penisola di Hokkaido. Inizia presto a saltare con gli sci ma è nel 1964 che inizia a farsi notare al pubblico con la partecipazione ai Giochi di Innsbruck. La scelta di Sapporo come sede olimpica spinge il comitato giapponese a puntare molto su questa specialità spettacolare: e Yukio inizia ad aumentare il suo rendimento. E’ secondo ai mondiali 1970, nel 1972 vince tre gare del torneo dei 4 trampolini e a Sapporo si presenta tra i favoriti. Ma il Giappone del salto non è solo Kasaya: c’è una squadra fortissima che vuole vincere quell’oro che il paese del Sol Levante non ha mai vinto nei Giochi invernali (solo un argento a Cortina per Igaya nello slalom). Ci sono Seiji Aochi, Akitsugu Konno e Takashi Fujisawa, tutti nomi in grado di vincere quella finale.
Il grande giorno è il 6 Febbraio 1972: è lo stadio Miyanomori di Sapporo, è il trampolino 70m. C’è tutto il Giappone che attende questo momento, sono in 100mila allo stadio, c’è l’aria della storia, ma c’è anche la tensione del non poter sbagliare per tutti gli atleti nipponici. Ed è una finale meravigliosa.
Il protagonista assoluto è proprio Yukio Kasaya: il suo primo volo è a 84 metri con un punteggio di 126,6. Ma in quel primo salto c’è tutto uno spettacolare Giappone: secondo è Aochi, terzo è Konno, quarto e Fujisawa. E’ festa a Sapporo, ma manca la seconda serie di salti, quella dove la tensione del momento della vita può giocare brutti scherzi. Tutti gli amici di Kasaya sono lì ad aspettare il loro campione, il loro vicino di casa. Konno e Aochi disegnano altri due salti perfetti, sbaglia completamente invece Fujisawa.
Quando tocca a Kasaya cala il silenzio sul Giappone intero: e il suo volo nel cielo di Sapporo è semplicemente perfetto. Kasaya vola a 79 metri per un totale di 117,6. La classifica dice ciò che tutto il Giappone non poteva neppure immaginare: oro a Yukio Kasaya, argento a Akitsugu Konno, bronzo a Seiji Aochi. E a Sapporo può scoppiare la festa olimpica. L’immagine del podio è di quelli da grande libro dello sport: a Sapporo, nella penisola di Hokkaido, uno dei luoghi in cui vive ancora più forte la cultura e la tradizione giapponese, sventolano tre bandiere con il cerchio rosso nello sfondo bianco.
E’ il grande giorno del Giappone, è il grande giorno di Kasaya, il saltatore di Hokkaido, che diventa profeta in patria.E’ il 6 Febbraio 1972, è Sapporo 1972, è un meraviglioso Yukio Kasaya, è la tripletta del Giappone nel trampolino 70m
Foto di copertina: Picture by IOC/Kishimoto (Olympics)