Si chiude con Pyeongchang 2018 il viaggio attraverso le storie più belle delle Olimpiadi Invernali. Nel 2018 le Olimpiadi tornano in Corea del Sud, 30 anni dopo l’edizione estiva di Seul. E c’è qualcosa in più in questa edizione: 24 anni dopo le Olimpiadi tornano in montagna, nei monti Taebaek, nel cuore della Corea. Ci sono quasi 3000 atleti, 92 paesi, tante new entry e un totale record di 102 eventi.
I Giochi iniziano il 9 Febbraio ed iniziano con un momento storico: alla cerimonia d’apertura le due Coree sfilano assieme in un clima di pace e serenità e con gli applausi del mondo intero. E’ Yuna Kin ad accendere il fuoco, un’assoluta protagonista del pattinaggio artistico, oro a Vancouver e argento a Sochi. E i Giochi possono aver inizio.
Olimpiade significa sempre grandi storie, ed anche a Pyeongchang queste non mancano a cominciare da Ester Ledecka che vince l’oro nel gigante parallelo dello snowboard e lo vince nel SuperG, ma non c’è solo Ledecka. Ci sono gli olandesi Wust e Kramer nel pattinaggio di velocità, c’è lo spettacolare Martin Fourcade nel biathlon, c’è un incredibile Dario Cologna nello sci di fondo, c’è la splendida lotta tra Zagitova e Medvedeva nel pattinaggio di figura, c’è l’oro degli USA nel curling al termine di una finale splendida. E poi c’è l’Italia con Arianna Fontana che vince l’oro nello short track e Michela Moioli nello snowboard. Storie incredibili di sport.
Ma la storia che vogliamo raccontare è quella storica, splendida e indimenticabile di Sofia Goggia. E’ il 21 febbraio, è l’Arena alpina di Jeongseon, è la pista di Alpensia, è giorno della discesa libera femminile, in Italia sono le 3 di notte. Ed é una delle notti più belle, più dolci, più veloci e forse più ed emozionanti dello sport italiano. È la grande sfida tra Lindsey Vonn e Sofia Goggia.
Scende con il pettorale 5 Sofia e l’impressione é che un missile stia affrontando la discesa di Alpensia: il tempo è 1’39”22, è primo posto. Con il pettorale 7 tocca a Lindsay Vonn, icona dello sci e dello sport, che finisce dietro per 47 centesimi. E la bella Sofia inizia a pensare a quell’oro sognato fin da piccola. Con il pettorale 19 scende l’ultima che può impensierire Sofia, la norvegese Mowinckel: la sua è una gran gara ma il tempo è 1’39”31, è dietro alla bergamasca Sofia Goggia. Altre atlete scendono ma ormai il risultato è deciso.
E’ oro per l’Italia, è oro per Sofia Goggia, è storia italiana. Per la prima volta dai tempi di Zeno Coló, che vinse a Oslo 1952, l’oro nella discesa libera, la madre di tutte le gare dei giochi Olimpici Invernali, è italiano. Lei è Sofia Goggia, bergamasca che ha mosso le sue prime sciate nelle piste di Foppolo.
Ed è proprio a Foppolo a sei anni che la piccola Sofia inizia a coltivare il suo piccolo grande sogno Olimpico: un sogno scritto a penna, a scuola, quando aveva 9 anni e quando aveva tutta l’ingenuità di una bimba, un sogno diventato realtà diciassette anni dopo. La gara di Sofia a Pyeongchang è un esempio di perfezione assoluta, nessun errore, semplicemente una freccia dorata che vola nel ghiaccio coreano. E alla fine il suo bacio a quella neve coreana rimarrà sempre il suo ricordo più bello.
Sarà anche “pasticciona”, come si è definita nel dopo gara, ma quel giorno Sofia ha creato il pasticcio più bello della sua carriera, ha scritto una pagina di sport che la collocherà per sempre nella storia d’Olimpia. Sofia Goggia quel giorno scrive sui suoi Social Network: ”E in fondo quella bambina che a sei anni sulle nevi di Foppolo sognava di vincere le Olimpiadi, oggi sarebbe fiera di me”. Un messaggio semplice e dolce che racconta la vita e il sogno di ogni sportivo, il sogno di essere un giorno campione Olimpico.
Quella notte a Pyeongchang la nuova regina dello sci alpino è italiana e si chiama Sofia Goggia. Forte, bella, simpatica, solare, semplicemente Sofia Goggia.E con lei abbiamo voluto chiudere la storia dei Giochi Olimpici, lei che tutti sogniamo a Pechino, tra dieci giorni, uscire dal cancelletto, per provarci ancora. Forza Sofia!
Foto di copertina: Credit Foto Getty Images (da sito Eurosport)