E’ il 2014 e i Giochi Olimpici Invernali vengono per la prima volta ospitati dalla Russia: è Sochi, sulle rive del Mar Nero ad ospitare l’edizione numero 22 delle Olimpiadi della neve. E’ affascinante vedere i bellissimi impianti che ospitano gli sport sul ghiaccio in riva al mare mentre a sola mezz’ora di strada ci sono le montagne di Krasnaja Poljana dove si svolgono le gare di sci. Sono giochi fortemente voluti dal Presidente Putin che vuole riportare in Russia i giochi 34 anni dopo l’esperienza di Mosca 1980.
E’ il 7 febbraio quando al Fisht Olympic Stadium si svolge la cerimonia d’apertura: è Putin a dichiarare aperti i giochi, Ruslan Zakharov a leggere il giuramento degli atleti e la coppia composta da Irina Rodnina e Vladislav Tretiak ad accendere il fuoco di Olimpia. L’Olimpiade può aver inizio.
Una bella Olimpiade con tanti campioni a scrivere memorabili pagine olimpiche: come gli olandesi Sven Kramer e Ireen Wust nel pattinaggio velocità, come Mikaela Shiffrin che vince il suo primo oro, come Marjt Bjorgen che vince tre ori nello sci di fondo o Darya Domracheva che ne vince tre nel biathlon. Per i colori azzurri commuove ed emoziona il bronzo di Carolina Kostner e l’ennesima medaglia di Armin Zoeggeler.
Ma la storia di Sochi 2014 parla di uno sport spettacolare ed appassionante: è la storia di Viktor An, il più grande nella storia dello short track. La storia di Viktor An è quella di un campionissimo che intreccia anche la politica e la diplomazia. Perchè Viktor Ann è il nome russo di Ahn Hyun-Soo e questa è la sua storia.
Ahn Hyun Soo nasce a Seul nel 1985 e già alle elementari inizia a pattinare: si innamora dello short track durante le Olimpiadi di Lillehammer e decide che vuole diventare un campione. Ahn Hyun Soo è metodico e maniacale negli infiniti allenamenti che svolge durante il giorno: è l’unico modo per diventare una leggenda. La sua prima esperienza Olimpica è a Salt Lake City dove inizia la celeberrima rivalità con lo statunitense idolo di casa Apolo Anton Ohno: è l’anno in cui cadono tutti e vince Steven Bradbury, ma questa è un’altra storia. A Torino invece Ahn Jung-Soo domina vincendo l’oro nei 1500, nei 1000 e nei 5000m staffetta. La sua tattica è sempre la stessa: rimane coperto i primi giri e poi sferra l’attacco decisivo che spesso non lascia spazio ai rivali. Ahn è un campione di intelligenza, di tattica e di forza.
Ma la storia è destinata a cambiare: Ahn inizia ad avere forti problemi con la federazione coreana, viene messo da parte dai compagni e in seguito a un infortunio non viene convocato nè per i mondiali 2008, nè per le Olimpiadi 2010. E qui interviene la Russia che sta organizzando i Giochi Olimpici e con i suoi soldi vuole vincere medaglie: Ahn Jung-Soo viene naturalizzato russo e diventa Viktor An. E con la Russia continua a vincere.
Con la storia ora torniamo a Sochi: il popolo russo lo attende come nuovo idolo nazionale mentre gli ex compagni cercano di ostacolare la corsa dell’ex coreano verso la gloria. Il 10 Febbraio è il giorno dei 1500: Viktor Ahn chiude terzo con molta delusione sua e del popolo russo. Ma il trionfo è solo ritardato. E’ il 15 febbraio quando all’Iceberg Skating Palace è il giorno della finale dei 1000m: sono in 12 mila a spingere An al titolo olimpico. E poco importa se An è nato in Corea del Sud: i russi sono tutti per lui. E An non delude: è medaglia d’oro davanti all’altro russo Grigoriev che va a completare il trionfo dei padroni di casa. Ora Viktor An è eroe nazionale.
Il 21 Febbraio è il turno dei 500m: An non corre alcun rischio nelle qualificazione e in finale con un attacco deciso passa al comando e ci rimane fino alla fine. E’ oro davanti al cinese Wu e al canadese Charle. Non è finita perchè la stessa sera è in programma la spettacolare staffetta sui 5000m (se non avete mai visto una staffetta di short track guardatela perchè è uno show): è una finale appassionante in cui Russia e Stati Uniti danno luogo a un meraviglioso testa e testa tra la bolgia del palazzo di Sochi. Alla fine è proprio An a regalare il titolo ai russi e a regalare una notte di festa ai 12 mila spettatori.
Per Viktor An è l’oro numero 3 dei giochi olimpici di Sochi per un totale di 8 medaglie olimpiche, 4 come Corea del Sud, 4 come Russia. Numeri che fanno di Viktor An il più grande di sempre nella storia dello short track. An è stato un campione spettacolare che sapeva infiammare il suo pubblico: lo ha infiammato in Corea, lo ha infiammato in Russia.
E’ Sochi 2014, è la prima Olimpiade invernale in terra russa: è la nuova storia scritta dal fenomeno Viktor An nello short track. E’ oro nei 1000m, è oro nei 500m ed è oro in staffetta: ed è il nuovo idolo di Russia
Foto di copertina: www.goodfon.com/wallpaper/viktor-an-pyatikratnyy-chempion.html