50 anni dopo Cortina, 46 anni dopo Roma, l’Olimpiade torna in Italia: è un caldo inverno italiano con la fiaccola che attraversa l’intero paese e l’emozione che sale all’avvicinarsi di quel 10 Febbraio. E’ una Torino bella e accogliente quella che attende la bandiera Olimpica, una Torino che dimentica quella sua fama di citta grigia e che apre al mondo con il sorriso della gente felice di avere il mondo nella propria città. E’ un’edizione record: più di 1500 atleti, 84 gare, copertura televisiva live di moltissimi paesi. E’ una festa, come dev’essere un’Olimpiade.
C’è Torino e ci sono le sue montagne: Sestriere, Bardonecchia, Pragelato, Cesana-San Sicario, Pinerolo, Sauze d’Oulx. E’ la festa di Torino, del Piemonte e dell’Italia. Il 10 Febbraio è il giorno della cerimonia d’apertura: è uno spettacolo tutto italiano tra la Ferrari e l’inno cantato da una bimba, tra Juri Chechi e Isabel Allende, tra il Nessun Dorma di Pavarotti e l’appello alla pace di Yoko Ono, tra Giorgio Rocca che legge il giuramento e Stefania Belmondo che accende il fuoco nello Stadio Olimpico. Ora i Giochi Torinesi, tra infinite emozioni, sono realtà.
Quante storie sono raccontate a Torino: da Aamodt che vince il quarto oro olimpico, a Michael Greis che vince tre ori nel biathlon, da Ahn Hyun Soo, spettacolare nello short track a Enrico Fabris che vince due ori storici nel pattinaggio, fino a Giorgio Di Centa che vince la 50km e, come Stefano Baldini due anni prima ad Atene, viene premiato durante la cerimonia di chiusura.
Ma come storia dei Giochi di Torino abbiamo scelto una medaglia d’oro speciale, quella di Armin Zoeggeler. E’ Cesana San Sicario a ospitare le gare di slittino nella pista di Cesana Pariol e uno degli attesi protagonisti è Armin Zöggeler, altoatesino di Foiana, comune di Lana, non lontano da Merano. Zoeggeler, come tutti gli atleti azzurri, vuole farsi trovare pronto per l’Olimpiade di casa nonostante la concorrenza sia di assoluto rispetto.
Armin ha iniziato fin da bambino a usare la slitta: era l’unico modo, in inverno, per andare da casa a valle dove c’era la scuola. Ed è così che nasce quel rapporto indissolubile tra Zoeggeler e lo slittino: un amore che porterà a scrivere pagine storiche di sport e di olimpismo. A 11 anni la prima vittoria, poi, anche grazie all’intuizione dell’allenatore Severin Unterholzner, il passaggio allo slittino su pista, specialità olimpica. Iniziano ad arrivare vittorie e grandi risultati: a livello olimpico arriva il bronzo a soli 20 anni a Lillehammer 94, argento a Nagano 98 e finalmente oro a Salt Lake City 2002.
Ecco perché quel giorno a Torino 2006 tutti gli occhi italiani e del mondo sono su di lui. E lui non tradisce, perché è il più forte, anzi il più grande. Dopo la prima discesa in cui Armin scende con il numero 6, il suo vantaggio sul russo Demchenko è già di tre centesimi, vantaggio significativo nello slittino: il lettone Rubenis e lo statunitense Benschoop sono già staccati di venti centesimi. Anche nella seconda manche il miglior tempo è dell’azzurro e dopo la prima giornata di discese c’è la convinzione che quell’oro sarà suo. La terza manche viene chiusa con il terzo tempo, la quarta e ultima viene controllata dal nostro fenomeno. Chiude con il tempo totale di 3’26”088, dominio assoluto. Al secondo posto chiude il russo Albert Demchenko con 3’26″198, al terzo il lettone Martin Rubenis con 3’26″445.
È oro, un oro splendido e meraviglioso, oro sotto il cielo olimpico di Torino 2006. E alla Medal Plaza in Piazza Castello, l’inno di Mameli suona per lui. Armin è personaggio eccezionale, sempre umile, sempre corretto, ma sempre straordinariamente vincente. Armin vince grazie a una classe enorme, ma anche alla cultura dell’allenamento, del sacrificio, dell’attenzione ai dettagli che nello slittino è fondamentale per essere il più grande. Non finiranno a Torino i successi olimpici di Armin Zoeggeler: sarà ancora bronzo a Vancouver e a Sochi. La storia olimpica di Zoeggeler ha un primato unico, forse imbattibile: è l’unico nella storia olimpica ad aver vinto la medaglia in sei edizioni consecutive dei giochi, dal 1994 al 2014. Leggenda olimpica. E a questi vanno aggiunte dieci coppe del mondo, sei ori mondiali. Numeri di un “cannibale” così come viene chiamato nel mondo dello slittino.
I successi dell’azzurro sono stati molti, ma se chiedete a lui qual è stato il suo successo più bello non avrà dubbi nel rispondervi: “Il momento più bello della mia carriera rimangono le Olimpiadi di Torino 2006”, parola di una leggenda dello sport, ARMIN ZOEGGELER. E’ l’11 Febbraio 2006, è l’Olimpiade Italiana di Torino 2006, è l’oro olimpico nello slittino del più forte: Armin Zoeggeler
Foto di copertina: www.gazzetta.it/Sport-Vari/09-02-2016/torino-2006-10-anni-una-citta-rinata-onda-bianca-140614322992.shtml