E’ il 23 Gennaio e nella discesa di Cortina Sofia Goggia si infortunia al ginocchio: svanisce così il sogno olimpico, svanisce così la più grande speranza azzurra dello sci alpino ed anche la possibilità di fare una storica doppietta olimpica.
E’ questo ciò che gli appassionati pensano quel 23 Gennaio. Ma forse non è quello che pensa Sofia Goggia, nonostante il suo sguardo triste e preoccupato mentre entra nella clinica milanese.
E’ 15 Febbraio, sono passati 23 giorni e sulla pista di Yanqing si corre la discesa libera Olimpica. Sofia Goggia c’è e con lei le speranze e i sogni italiani: la sveglia è puntata alle ore 4:00 perchè in fondo c’è quella percezione che stiamo assistendo a qualcosa di storico.
Sono stati 23 giorni in cui Sofia non ha mollato, ha combattuto contro la paura, ha lottato con l’obiettivo di esserci: ecco questi 23 giorni devono essere per molti l’ispirazione a provarci sempre, a non mollare di fronte alla difficoltà. Sofia ci ha detto questo e solo per il fatto di esser al cancelletto di partenza, merita un’ovazione.
In fondo Sofia Goggia è bergamasca ed è forte in quella terra quel motto “Berghem Mola Mia” che ha aiutato la città a superare il momento più brutto della sua storia recente.
E Sofia al cancelletto di partenza si lancia con la decisione di voler esser lì, per vincere. Sofia disegna traiettorie perfette e vola nella discesa cinese. Al traguardo è prima davanti a Delago e Curtoni. E’ tripletta italiana, è sogno. E Sofia fa il simbolo del cuore verso tutti coloro che l’hanno sostenuta.
Sembra la favola a lieto fine, sembra la storia perfetta destinata a chiudersi con la tripletta da enciclopedia dello sport: ma non è così. Perchè scende Corinne Suter che va al comando spegnendo per un attimo il sorriso di Sofia che già sognava il secondo oro. E’ la bellezza dello sport: è la vittoria e la sconfitta. Ma dopo pochi secondi, passata quell’amarezza per quella storia leggendaria che non c’è stata, possiamo solo dire un infinito grazie a Sofia.
Sofia è medaglia d’argento, ma è molto di più. Sofia Goggia è semplicemente immensa: arriva a soli 16 centesimi da quella che sarebbe stata forse l’impresa più incredibile della storia dello sport, Sofia è quell’Araba Fenice che risorge dopo le cadute dimostrando una forza d’animo e una forza mentale senza uguali. Sofia a Pechino dimostra a tutti come nello sport, nella vita, in tutte le cose non bisogna mai smettere di credere di raggiungere i propri sogni: ed è per questo che quello di Sofia Goggia non è solo un semplice argento.
Sofia è un esempio da seguire, è un modello da esportare del mondo, è la grande bellezza italiana: bella e meravigliosa fuori, ma con tanta costanza e abnegazione dentro. Perchè solo così si può scrivere e riscrivere la storia.
Quello che ha fatto stanotte la campionessa bergamasca: argento olimpico, 23 giorni dopo un grave infortunio, come nelle storie più belle, come nelle favole, come nei libri scritti da Sofia Goggia. Un libro che non finisce qui, un libro che avrà una capitolo ancora più bello dal titolo Milano-Cortina.
E voi credete ai miracoli? Se non ci credete, allora fatevi ispirare da Sofia Goggia.
Grazie Sofy
Foto di copertina: da ilmessaggero.it
Bronze medallist Italy's Francesca Lollobrigida celebrates during the venue ceremony for the women's speed skating mass start event during the Beijing 2022 Winter Olympic Games at the National Speed Skating Oval in Beijing on February 19, 2022. (Photo by WANG Zhao / AFP) (Photo by WANG ZHAO/AFP via Getty Images)