Recensione di A.C., Professore di lingue e letteratura italiana e latina, giornalista e grande appassionato di sport
Uno dei più grandi tennisti di sempre. Sicuramente il tennista dei record: è il numero 1 più longevo nella storia del tennis, con ben oltre 370 settimane passate al vertice della classifica ATP, ha vinto almeno una volta tutti i titoli Master 1000, si è imposto in 20 finali del Grande Slam, ha conquistato con la sua nazionale la coppa Davis, è stato il primo tennista a superare i 150 milioni di dollari di montepremi. Un palmares che, da solo, dovrebbe suscitare ammirazione in chiunque segua, anche distrattamente, il mondo del tennis. Invece NOVAK DJOKOVIC si è trovato assai spesso, e si trova ancora, a dover affrontare un pubblico ostile anche quando vince e a fare i conti con buona parte della stampa non proprio amica.
Sembra un controsenso, eppure è così. Una situazione che SIMONE ETERNO, giornalista che da anni segue i grandi tornei di tennis, analizza nel suo primo libro, pubblicato in marzo da Sperling & Kupfer: «CONTRO. Vita e destino di Novak Djokovic». Un titolo che è un programma o, almeno, una chiave di lettura: Djokovic «uomo contro»: contro il destino, contro i più forti, contro se stesso, contro «il» record, controcorrente, come si intitolano i singoli capitoli.
È un libro interessante e piacevole, scritto in forma agile, con periodi brevi, accattivanti. Un libro che ripercorre anzitutto la vita di Nole: la scelta del tennis grazie all’incontro con Jelena Genčič, la maestra che prima di lui aveva scoperto Monica Seles; la fanciullezza durante la guerra nei Balcani, con la sua città bombardata «per 78 giorni e 78 notti»; gli sforzi della famiglia, ridotta in povertà dopo la guerra, per sostenere la carriera del giovane Nole, sino a dover ricorrere agli usurai per pagargli la retta all’accademia tennistica diretta da Nikola Pilič nei pressi di Monaco di Baviera. E poi l’arrivo nel grande tennis, con un’idea ben precisa in testa: vincere, essere il numero 1, il più forte di tutti.
Ambizione assolutamente legittima, ma che si andava a scontare con quella che in quei primi anni Duemila sembrava una situazione ormai codificata nel tennis internazionale: la sfida continua tra Roger Federer e Rafael Nadal. Un duopolio che piaceva agli appassionati di tennis e che Simone Eterno sintetizza benissimo: «da una parte c’era lo stile, l’eleganza, la classe innata di Federer; dall’altra la forza, la tenacia, la mentalità di Nadal». A rompere l’equilibrio, a sfidare i campioni, è piombato all’improvviso Novak Djokovic, il terzo incomodo, «il cattivo arrivato a distruggere qualcosa che in tanti percepivano come perfetto».
Dal punto di vista di un amante del tennis ma non tifoso, che la sfida a due sia diventata una sfida a tre, con qualche altro pronto ad inserirsi di volta in volta, anche solo fugacemente, è stata una fortuna per questo sport. Che monotonia se non ci fosse stato Djokovic a vivacizzare la situazione e a rendere imprevedibile l’esito di qualsiasi torneo, a cominciare da quelli del Grande Slam. Ma le tifoserie dello svizzero e del maiorchino non l’hanno presa bene. E quasi regolarmente, a Parigi come a Londra, a New York come a Melbourne, hanno espresso apertamente la loro antipatia verso il campione serbo, con atteggiamenti spesso ben al di là della minima correttezza sportiva.
Ecco, dunque, Djokovic «uomo contro», capace comunque di imporsi a suon di vittorie, particolarmente continue nel periodo 2011 – 2015, sino ad insidiare e spesso a superare i record di Roger e Rafa. Poi la caduta, dovuta a problemi fisici, ma anche a scelte errate, come quella di cambiare improvvisamente tutti i componenti del suo team. Una caduta dalla quale Djokovic, ora «uomo contro se stesso», è riuscito a risollevarsi a partire dal 2018 sino ad arrivare alla vittoria contro Federer a Wimbledon 2019, con cui Simone Eterno inizia giustamente il suo racconto, perché essa rappresenta quasi la sintesi della carriera di Djokovic. Da una parte il grande campione svizzero, «il più amato di tutti e da molti considerato il più forte di sempre», che vuole raggiungere«il ventunesimo successo in un torneo dello Slam» e tentare un’impresa che non gli era mai riuscita in carriera, «battere sia Nadal che Djokovic nello stesso Slam». Di fronte a lui l’antagonista Djokovic che glielo vuole impedire. Come contorno una cornice di pubblico apertamente schierata per lo svizzero. Ma Nole non si fa condizionare da quell’atmosfera ostile, avendo ormai imparato da tempo a «convertire il desiderio degli altri di vederlo sconfitto in sangue che pompa nelle proprie gambe, ossigeno nei polmoni, extra resilienza per le meningi». Così ha vinto quella sfida di Wimbledon. Così tante altre volte.
Ci sono altri aspetti di Djokovic «uomo contro» che Simone Eterno non nasconde: le scelte politiche da serbo convinto nazionalista, comprese alcune frequentazioni discutibili; le scelte sindacali con la formazione di una nuova associazione di tennisti, la PTPA (Professional Tennis Players Association); la scelta di non vaccinarsi contro il COVID-19, sino all’esclusione, per questo motivo, dagli Open d’Australia nel gennaio 2022, con tutte le polemiche che hanno accompagnato la vicenda.
Quella che emerge dal libro di Simone Eterno è la figura di un Novak Djokovic grandissimo campione, che ha saputo costruirsi col lavoro, «con la testa e col cuore». Ma emerge anche unuomo capace di scelte autonome, non sempre condivise da tutti, ma per le quali è stato disposto a pagare tutte le conseguenze.
Finito il libro, si ha una visione più completa, umana e sportiva, di Novak Djokovic. E si conoscono, e si comprendono meglio, tanti aspetti del mondo del tennis. Insomma, un libro prezioso, da consigliare.
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Per me Diokovic è il più grande tennista di tutti i tempi!