Tourist Trophy, una parola che fa venire i brividi: di emozione, paura, timore, epica, leggenda del motociclismo. E’ l’Isola di Man, è il circuito dello Snaefell, è una gara che va oltre lo sport e purtroppo a volte oltre la vita. E’ la gara della discesa di Brad Hill e della Ago’s Leap, è la gara tra case e stradine di un’isola tra Inghilterra e Irlanda.
Nella sua ormai storia centenaria sono morti 264 piloti in quel circuito di 60km nell’isola britannica. Una gara che è stata parte del programma del mondiale di motociclismo dal 1949 al 1976 raccontando pagine di sport meravigliose e drammatiche.
E uno dei protagonisti assoluti di questa gara è italiano ed è il grandissimo Giacomo Agostini. Aveva vinto Tenni nel 1937, poi altre vittorie con Ambrosini, Ubbiali e Provìni ma mancava la vittoria nella classe maggiore, la 500: qui la vittoria andava sempre agli inglesi.
Giacomo Agostini fa il suo esordio nel TT nella gara junior nel 1965 e arriva terzo; poi l’anno successivo vince la gara 350 iniziando la sua serie epica di vittorie e giunge secondo nella 500. Agostini in quest’anno vincerà il suo primo titolo.
In quegli anni la Tourist Trophy ha un dominatore e si chiama Mike Hailwood, britannico di Great Milton. Nel 1967 arriva una nuova sfida tra Mike e Giacomo Agostini nella 500, forse la più celebre. Mike arriva con già 12 vittorie, Giacomo con solo una vittoria nella junior. Ago è in testa ma nell’ultimo giro rompe la catena lasciando così la vittoria all’amico rivale. Quella del 1967 è una delle TT più esaltanti che vengono ricordate per il testa a testa incredibile tra i due fenomeni lungo i 6 giri e i 364 km della gara. Va ricordato, purtroppo, che anche in quest’edizione un pilota perse la vita. Ma è proprio in questa gara del 1967 che Agostini si innamora ancor più della TT: è qui che inizia la sua leggenda nella gara più epica del motociclismo.
Nel 1968 arriva il momento di Agostini: vince la 350 e la 500. E’ il primo italiano a vincere la Senior, è il primo non britannico a fare doppietta. E’ storia del motociclismo. E c’è di più: perché Giacomo realizza il record nella 350 con una media di oltre 168km/h. Le vittorie del campione bresciano non finiscono: farà doppietta nel 1969, nel 1970 e mancherà solo la junior del 1971.
Nel 1972 farà ancora doppietta. Ma questa è una doppietta triste. In quell’edizione muore l’amico Gilberto Parlotti che la sera prima era con Agostini a ridere e chiacchierare. Questa morte colpisce profondamente Giacomo che decide di non gareggiare più in quel circuito appassionante e maledetto. E non è l’unico: altri decidono di non correre più e la gara dal 1976 esce dal programma del mondiale.
E’ la storia di un campione assoluto e di una corsa mitica e drammatica. Giacomo adorava correre in quella pista ma come ha detto recentemente “se si pensa alla vita, si smette di correre il Tourist Trophy”. Perchè al TT o eri molto preparato, o rischiavi di morire, ma è e rimane la corsa più bella del mondo. Una corsa maledetta, una corsa che ha fatto la storia del motociclismo: e in questa storia c’è Giacomo Agostini con le sue dieci vittorie, con la sua classe, con il suo mito.
Foto: Gazzetta dello Sport