Monza, 11 Settembre 1988. Un 11 settembre che ancora non era il ricordo di qualcosa di drammatico. Si corre il Gran Premio d’Italia, il primo senza Enzo Ferrari. Il Commendator Enzo, lo storico fondatore del Cavallino di Maranello, se n’era andato un mese prima, a 90 anni: se n’era andato in silenzio con la famiglia che aveva comunicato la sua morte solo 24 ore dopo per evitare la ressa ai funerali. Il Drake, unico fino all’ultimo.
E c’è una frase del Drake che forse anticipa quel pomeriggio di metà settembre: quando gli si chiedeva qual era la vittoria più importante della sua scuderia lui rispondeva sempre “la più importante sarà la prossima”.
È quella una stagione in cui la Ferrari non può assolutamente competere per i primi posti: la McLaren è troppo superiore. Nei primi undici Gran Premi Ayrton Senna ha vinto sette volte, Alain Prost quattro: il mondiale è una lotta tra loro due e si concluderà a Suzuka (ma questa è un’altra incredibile storia di quella Formula 1). Anche a Monza i favori del pronostico sono tutti per le due McLaren.
Le prove del venerdì e del sabato dimostrano quello che tutti si aspettano: Senna in pole position, Prost staccato di tre decimi. In seconda fila però splende il rosso di Maranello: terzo è Gerhard Berger, quarto l’indimenticato Michele Alboreto.
C’è il pienone come sempre a Monza: il popolo rosso vuole esserci anche per ricordare Enzo Ferrari, Monza è un infinita bandiera del Cavallino.
Ed eccoci alla gara con Senna sempre in testa seguito da Prost: poi al giro 35 il primo colpo di scena con Prost costretto al ritiro per un problema al motore. A questo punto Senna deve solo controllare, le due Ferrari sono staccate e non possono impensierirlo.
Ma a due giri dal termine accade l’impensabile, o forse il miracolo, forse spinto da lassù: Senna mentre sta doppiando la Williams di Schlesser ha una collisione con il francese e deve abbandonare la corsa.
E così per le due Ferrari c’è la gloria: vince l’austriaco Gerhard Berger, secondo a cinque decimi Michele Alboreto, terzo Eddie Cheever su Arrows. E a completare la festa italiana si aggiungono Ivan Capelli che chiude quinto, Riccardo Patrese settimo e Alessandro Nannini nono. Nomi che hanno segnato la Formula Uno italiana in quegli anni.
E’ un trionfo rosso, è la festa del popolo di Maranello che festeggia un mese dopo aver pianto la morte del Drake. Era impensabile una doppietta, serviva qualcosa di magico e quel magico è avvenuto. Ci saranno altre quattro gare per concludere la stagione e la McLaren le vincerà tutte chiudendo con 15 vittorie su 16.
Ma a Monza, quell’11 Settembre 1988, per l’unica volta in quella stagione, non vince la McLaren, ma vince la Rossa di Maranello: una doppietta indimenticabile per tutti i tifosi. Una doppietta indimenticabile per Gerard Berger, Michele Alboreto e per, da lassù, Enzo Ferrari