Una pagina di sport, ma anche una pagina di vita: una storia che si intreccia con la storia del mondo, una storia che emoziona ed ispira. È quella di Alice Coachman-Davis, la prima donna nera a vincere un oro olimpico.
Il giorno della storia è il 7 agosto 1948, il giorno della finale del salto in alto, un giorno di pioggia a Londra. Ci sono oltre 80 mila spettatori all’Empire Stadium e tutti sognano la vittoria dell’idolo di casa Dorothy Tyler. È un mondo che sta rinascendo dopo le distruzioni della seconda guerra mondiale, è un mondo che vuole tornare a vivere e riempie gli stadi dell’Olimpiade. E quel giorno sono tutti per Dorothy.
Coachman e Tyler saltano 1m61 senza errori e 1m64 e 1m66 con due errori. È assoluta parità. 1m68 sarà la misura decisiva per assegnare l’oro. Coachman lo salta al primo tentativo, Tyler al secondo. Entrambe falliscono gli 1m70. E così Alice Coachman è oro olimpico per aver commesso un errore in meno.
Una nuova storia viene scritta, una di quelle con impatto sul mondo intero.
Alice è nata nel 1923 ad Albany in Georgia, in quel Sud povero dove la differenza tra bianchi e neri è forte ed evidente. Alice fin da subito mostra amore e passione per lo sport, ma praticarlo non è facile: perchè la famiglia è povera, perché ci sono barriere culturali per le donne di colore per fare sport. Alice però crede al suo sogno: si allena da sola, vicino a casa, senza scarpe.
Il 1939 cambia la vita di Alice: le competenze sportive dimostrate nella High School le permettono di entrare nel Tuskegee Institute in Alabama: qui Alice può fare sport e studiare. E deve fare sacrifici perchè le regole di Tuskegee richiedono che bisogna anche fare piccoli lavori. Nel frattempo però Alice è riuscita a entrare nella squadra di atletica e inizia a vincere. Vince sempre, vince per dieci anni consecutivi il campionato statunitense. Vince nell’alto, ma anche nella velocità e addirittura a basket: un vero talento sportivo.
Purtroppo sono gli anni della guerra e le Olimpiadi del 1940 e del 1944 non vengono svolte, altrimenti chissà, forse Alice sarebbe entrata anche nell’Olimpo sportivo.
Ma la gloria arriva a Londra, all’Empire, davanti a oltre 80mila persone,
Una gloria che continua anche poi: al rientro ad Albany viene accolta da un mare di persone che la acclamano. Bianchi e neri assieme per festeggiare una campionessa. Alice incontra Truman e Eleanor Roosevelt e diventa una celebrità andando anche a fare pubblicità per la Coca Cola.
Ad Albany però succede anche qualcosa di spiacevole: dopo la vittoria il sindaco bianco si rifiuterà di dare la mano ad Alice, un brutto momento che lei porterà sempre con se.
Alice si ritirerà presto, a soli 24 anni, e andrà spesso nelle scuole e tra i ragazzi a raccontare la sua storia e la sua vita: quella storia capace di ispirare tante ragazze e ragazzi nelle loro vite quotidiane. La storia di una donna che ha saputo superare la segregazione di quel Sud e che, partendo da quelle lotte di tutti i giorni, ha raggiunto la gloria olimpica.
È Alice Coachman-Davis, la prima donna nera a vincere un oro olimpico