E’ il più grande schermidore di tutti i tempi, è l’italiano che ha vinto più medaglie Olimpiche, è un’autentica leggenda senza tempo dello sport italiano: è Edoardo Mangiarotti, il Re di Spade, e questa è la sua grande storia.
Edoardo nasce a Renate, un piccolo paesino della Brianza nel 1919. La guerra si è appena conclusa e sono tempi difficili per tutte le famiglie italiane. Edoardo è figlio di Giuseppe: il padre era stato atleta ai giochi del 1908 e poi era diventato maestro d’arme. E così tutti e tre figli seguono le ombre del padre.
La carriera di Edoardo inizia presso la Società del Giardino, uno dei templi della scherma milanese con sede vicino a Piazza San Babila, nel cuore del capoluogo meneghino. E il maestro è il padre Giuseppe. E del padre Giuseppe c’è quell’intuizione che renderà Edoardo un fenomeno della scherma: Giuseppe vuole che il figlio si alleni con la sinistra, vuole che diventi mancino. E non c’è solo questo: c’è una preparazione metodica e innovativa che cura non solo la scherma, ma anche la resistenza fisica, la forza, la muscolatura. Ed Edoardo inizia il suo percorso verso la leggenda.
Un viaggio che inizia a Berlino: è il 1936, è l’Olimpiade di Jesse Owens. Il mondo non sa a cosa sta andando incontro e Berlino sarà l’ultima Olimpiade prima dello stop per la guerra. Mangiarotti ha 17 anni e viene selezionato dall’attuale selezionatore Nedo Nadi (un’altra incredibile storia di sport). In Germania Edoardo si porta i libri perchè tra un incontro e l’altro deve comunque studiare. E lì arriva il primo oro, la prima medaglia di un qualcosa di unico.
Arriva la guerra, arriva la paura e la distruzione, arriva la morte. Edoardo viene chiamato al fronte e vive in prima persona il dramma. Ma la guerra finisce, lo sport e la magia olimpica ritornano.
Ed è Londra a festeggiare il ritorno dell’Olimpismo. Arriva l’argento nella spada a squadre, il bronzo nella spada individuale e infine un argento, con tanto rammarico, nel fioretto a squadre. Quest’ultima prova delude molto Edoardo per le forti penalizzazioni ricevute dagli azzurri in finale.
Quell’oro che non arriva diventa finalmente realtà ad Helsinki in un momento unico dello sport italiano. Nella spada a squadre arriva l’oro e in squadra con Edoardo c’è anche il fratello Dario: un oro in famiglia, una pagina di sport all’interno di una carriera unica. Nella spada individuale è ancora lotta tra i due fratelli: è oro per Edoardo e argento per Dario, una favola olimpica. Nel fioretto invece è doppio argento, sia nell’individuale, sia in squadra: e in entrambe le sconfitte il protagnista è il francese Christian D’Oriola, un altro dei grandissimi di questo sport così regale.
A Melbourne arrivano ancora successi nella spada: oro a squadre e bronzo nell’individuale. E qui arriva anche l’oro nel fioretto a squadre. Rimane così Roma, l’ultima Olimpiade di Edoardo Mangiarotti che nella Città Eterna ha 41 anni. E’ lui il portabandiera della spedizione azzurra, è atleta e dirigente. Ed è anche giornalista: alla fine delle sue giornate scrive per la Gazzetta, storie di tempi passati.
E a Roma Edoardo chiude il cerchio magico della sua inimitabile carriera con con un altro oro nella spada a squadre e un argento nel fioretto a squadre, sempre dietro la Francia.
Edoardo chiude così la carriera con 13 medaglie olimpiche: nessuno come lui in Italia. E nella storia olimpica solo in quattro hanno vinto più medaglie di lui: nomi come Michael Phelps, Larisa Latyinina, Marit Biorgen e Nikolai Andrianov. Mangiarotti è lì, al tavolo con questi fenomeni dello sport mondiale. E a queste vanno aggiunte 26 medaglie mondiali a coronare qualcosa di epico.
E c’è qualcosa di ancor più bello nella vita di Mangiarotti: è il suo amore per lo sport e le Olimpiadi. Lui che amava andare a vederle come cronista o dirigente, lui che con incredibile vanto amava contarle ricordando sempre che le edizioni del 1940 e del 1944 le erano state tolte. Storia di un campione dello sport che ha regalato all’Italia pagine incredibili di scherma e di sport. Storia di una leggenda olimpica.
E se un giorno passate per Renate, in Brianza, dove c’è anche una piazza che lo celebra, ricordatevi di questo campione. Edoardo Mangiarotti, il Re di Spade, 13 medaglie Olimpiche, come lui nessuno in Italia.
Foto: Corriere