Recensione di A.C., professore di lingua e letteratura italiana e latina, giornalista e appassionato di sport.
Ha compiuto 110 anni, il Calcio Monza, lo scorso settembre. E li ha festeggiati come meglio non avrebbe potuto: nientemeno che con la promozione in serie A, la prima nella sua storia, conquistata il 29 maggio precedente a Pisa, nella finale dei play-off di serie B.
Un percorso lungo, quello del Monza. Fatto di momenti esaltanti e di rapidi crolli: più volte vicino alla serie A e altrettante, forse di più, precipitato nelle categorie inferiori, persino in serie D dopo il secondo fallimento nel 2015. Ma da ogni caduta, sportiva e finanziaria, il Monza ha saputo risorgere. Ed anche nei momenti più bui i suoi sostenitori hanno sempre coltivato il sogno segreto: la serie A.
Non stupisce, dunque, che il libro che racconta la storia della società brianzola si intitoli “MONZA DESTINAZIONE SERIE A” (Diarkos editore). Lo hanno scritto due giornalisti, Giulio Artesani e Stefano Peduzzi, il primo tifoso di vecchia data del Monza, di cui è una specie di memoria storica, il secondo uno dei volti più noti del giornalismo sportivo lombardo, soprattutto televisivo.
Per raccontare il percorso del Monza, Artesani e Peduzzi hanno fatto una scelta originale: accanto alla narrazione sintetica dei fatti sportivi, hanno dato ampio spazio ai protagonisti di questa storia: 110 come gli anni della società. Di alcuni, per ovvii motivi, viene presentata solo una scheda, ma moltissimi altri sono presenti con interessanti interviste. A cominciare da Fulvio Saini, recordman di presenza nel Calcio Monza, che cura anche la prefazione del libro.
Ci sono i presidenti, in questo elenco di persone, a cominciare da Mario Tagliabue, fautore della fusione, nel 1912, delle due società da cui è nato il Calcio Monza, per finire con Silvio Berlusconi, presidente della promozione in sere A assieme all’amministratore delegato Adriano Galliani. In mezzo alcuni personaggi che al Monza hanno dato tanto, come Giuseppe Borghi, Claudio Sada, Aurelio Cazzaniga, Giovanni Cappelletti, Valentino Giambelli, Nicola Colombo, ma anche tanti altri, talvolta avventurieri allo sbaraglio, che per il Monza sono stati una vera sciagura. Ci sono allenatori importanti, come Annibale Frossi, Eugenio Bersellini, Franco Fontana e Alfredo Magni, entrambi prima giocatori poi allenatori, Pierluigi Frosio e Gigi Radice, con cui il Monza per ben due volte salì dalla C alla B (1967 e 1997) e sfiorò la serie A nel 1970, per finire con Giovanni Stroppa che ha guidato la squadra in serie A.
Ci sono ovviamente, nell’elenco, tantissimi giocatori, molti dei quali sono riusciti a costruirsi una carriera di alto livello in squadre blasonate e anche nella Nazionale maggiore. Elencarli tutti è impossibile. Mi limito a quelli, spesso nati in città o nei paesi della Brianza, che nel Monza sono cresciuti e da lì sono partiti per carriere molto importanti. Anzitutto Claudio Sala, il poeta del gol, Patrizio Sala e Luciano Castellini, il portiere giaguaro, che sotto la guida di Radice hanno conquistato lo scudetto con il Torino del 1976: quartetto “monzese” davvero straordinario. E poi Pierluigi Casiraghi, Roberto Antonelli, Daniele Massaro, sino a Matteo Pessina, monzese purosangue, campione d’Europa nel 2021 ed ora capitano nella prima stagione in serie A.
Le parole dei tanti intervistati raccontano vicende personali, aneddoti di società, ricordi di persone e fatti, insomma la storia del Monza.
Non manca nel libro il ricordo di alcune “prime volte” di cui il Monza è stato protagonista. La prima “panchina” fisica messa a bordo campo per ospitare allenatore, massaggiatore e dirigenti di entrambe le squadre (non c’erano giocatori di riserva, in quanto le sostituzioni non erano ammesse): 8 dicembre 1951, Monza-Roma. La prima partita trasmessa in diretta TV: 9 ottobre 1955, Monza-Verona, telecronista Nicolò Carosio. La prima maglia personalizzata, ossia con scritti i nomi dei giocatori: 22 agosto 1979, Milan – Monza di Coppa Italia a Piacenza; una novità che al Monza costò una multa, non essendoci stata la preventiva autorizzazione.
Ma, al di là di questi aneddoti, ciò che emerge dal libro è la passione di chi, dirigenti, giocatori, tifosi, ha tenuto in vita il Monza nei momenti difficili e ha sempre coltivato il sogno della serie A. Averla raggiunta dopo 110 anni di battaglie sportive e finanziarie non è merito da poco.
Ed ora? I due autori non fanno pronostici sul futuro. Ma i sogni dei tifosi non finiscono qui. «Berlusconi portaci in Europa!» è stato il coro scandito allo stadio Brianteo la prima volta che il presidente si recò ad assistere alla partita. Con Berlusconi e Galliani non è un sogno impossibile. Se si realizzasse, Giulio Artesani e Stefano Peduzzi hanno già pronto il titolo del prossimo libro: MONZA DESTINAZIONE EUROPA.