Città del Messico 1968: Giochi entrati nella storia per tanti motivi, sportivi e non. Sono i giochi del guanto nero di Tommie Smith e John Carlos, sono i giochi di una pazzesca finale di salto triplo, sono i giochi di Vera Caslavska che non guarda la bandiera dell’Unione Sovietica e quelli di un salto infinito di Bob Beamon. E poi sono i Giochi che dieci giorni prima dell’apertura videro l’uccisione di tanti studenti che protestavano contro il Presidente messicano e quelli a cui gli Stati Uniti partecipano ancora scossi per gli omicidi di Martin Luther King e Bob Kennedy. E’ il 1968, un anno che cambia la storia del mondo.
Ed è qui, all’Estadio Olimpico Universitario, che arriva un uomo destinato a cambiare per sempre la storia dello sport, diventando una delle icone più belle ed eterne della sacra storia di Olimpia. Stiamo parlando di Dick Fosbury.
Fosbury è nato a Portland in Oregon, nel 1947. Dick ha una piccola malformazione alla colonna vertebrale e grazie a questa non parte per il Vietnam. Ai Giochi messicani ha 21 anni e non si presenta con il ruolo di favorito nonostante abbia vinto i Trials di qualche mese prima.
Si sa ancora poco della sua tecnica, non è il mondo social di oggi, ma si sa che il stile di salto di Fosbury è diverso: non è uno scavalcamento dell’asticella ventrale, come quello di tutti i saltatori, ma è uno scavalcamento dorsale, una tecnica nuova.
Il 19 Ottobre è il giorno della qualificazioni alla finale e il mondo assiste a un nuovo modo di concepire il salto. Fosbury si qualifica alla finale.
Il 20 Ottobre è il giorno in cui viene assegnato il titolo olimpico di Salto in alto. C’è anche Giacomo Crosa, poi giornalista TV, in quella storica finale. A 2m18 escono Brown e Skortsov e rimangono in tre. Sono il sovietico Gavrilov e gli statunitensi Caruthers e Fosbury a giocarsi le medaglie. Tutti e tre saltano i 2m20. La quota che decide è 2m24: e Dick Fosbury all’ultimo tentativo supera l’asticella. E’ oro, è storia, è lo sport che cambia.
Lo stadio di Città del Messico è incantato, il mondo che guarda la TV anche. Quando Fosbury supera l’asticella a 2m24, il boato dello stadio è impressionante: ci si rende conto che si è davanti a un momento storico.
Fosbury ha rivoluzionato il salto in alto, sfidando il tempo e la normalità. E’ talmente strano il suo modo di saltare che qualche atleta chiede ai giudici se è valido. E’ valido e non è solo valido: è qualcosa che cambia completamente uno sport. Il mondo assiste così al Fosbury Flop: c’è lo scatto, c’è il corpo che ruota, ci sono le spalle rivolte alla sbarra e c’è lo stacco verso il futuro dello sport. E pensare che il suo allenatore non voleva quel salto, temeva che Dick si sarebbe rotto il collo.
La storia di Fosbury cambia per sempre. Lo cercano, gli Sponsor lo invitano ad eventi e spettacoli. Fosbury diventa un simbolo di questo sport. Non avrà più successi di rilievi, ma quel salto, quel Fosbury Flop rimane per sempre. Dick pensava che in pochi l’avrebbero emulato, invece quattro anni dopo a Monaco, tutti salteranno come Fosbury.
E’ il 20 Ottobre 1968, il mondo scopre che un uomo nato nel lontano Oregon salta in modo diverso e innovativo. E’ Dick Fosbury che vince l’oro olimpico, salta nel futuro ed entra per sempre nella storia dello sport
Foto di copertina: da Worldathletic