Ci sono momenti in cui lo sport si intreccia con la storia o forse momenti dove lo sport stesso è storia. Storie di uomini e donne, storie di popoli, storie da conoscere. Questa è la storia di Vera Caslavska, la sportiva cecoslovacca più vincente, la ginnasta con più ori olimpici, una leggenda dello sport che, a Città del Messico 1968, scrive pagine memorabili sotto il Sacro Fuoco di Olimpia.
Vera inizia a far ginnastica artistica nel 1958 e già nel 1959 vince i primi titoli europei. Alle Olimpiadi del 1960 a Roma arrivano le prime medaglie olimpiche, nel 1962 il primo titolo mondiale. E’ poi a Tokyo, ai Giochi del 1964, che la bellissima cecoslovacca vince la trave, il volteggio e il concorso individuale iniziando così un dominio che proseguirà negli anni successivi.
Vera è un personaggio molto ricercato: è una bellissima ragazza, è alta 1m60, appare spesso nelle copertine dei giornali e diventa sempre più una star. Nel 1968 viene nominata la seconda donna più famosa al mondo dopo una tale Jackie Kennedy. Quando scende in pedana poi conquista tutti, con la sua classe, la sua leggiadria, i suoi movimenti che incantano il pubblico.
E’ il 1968, è l’anno dei Giochi Olimpici di Città del Messico: Vera vuole confermare i suoi titoli e il suo valore, vuole essere la Regina dei Giochi. Ma quel 1968 è destinato a cambiare la storia del mondo, anche quella della Cecoslovacchia. E così a inizio Agosto, le truppe sovietiche invadono Praga mettendo fine al movimento noto come Primavera di Praga. Vera si è sempre schierata con la democrazia del paese contro l’Unione Sovietica. E così, temendo di esser arrestata, Vera fugge in Moravia dove si allena appendendosi agli alberi, facendo corpo libero nel giardino e alzando sacchi di patate al posto dei pesi.
L’atleta ancora non sapeva se le sarebbe stato concesso il permesso di andare in Messico, ma era troppo importante e troppo famosa e così arriva l’autorizzazione. Vera vola in Messico con il sogno di vincere l’oro, ma con il sogno anche di sconfiggere le atlete sovietiche.
All’Auditorio Nacional di Città del Messico iniziano così le gare olimpiche: Vera non si allena in palestra da due mesi, ma è una campionessa, è una leggenda dello sport. E vince. Vince e incanta nel concorso individuale davanti alle rivali sovietiche Voronina e Kucinskaja. Vince il volteggio e le parallele asimmetriche. Nella trave arriva il primo risultato molto contestato: Vera è seconda dietro la russa Kuchinskaya tra i fischi del pubblico per il verdetto scandaloso.
L’ultima prova è il corpo libero. Caslavska, nonostante gli allenamenti nei boschi della Moravia, è impeccabile. E’ oro con 19.675. La sovietica Petrik è seconda, ma il suo punteggio viene aumentato in modo netto a gara conclusa. E’ prima anche lei, con lo stesso punteggio di Caslavska. E’ uno scandalo olimpico, tra i fischi del popolo messicano.
E qui lo sport impatta fortemente la storia. Vera Caslavaska sale sul podio dove c’è anche la sovietica Petrik: è arrabbiata, delusa, consapevole dell’ingiustizia. E quando salgono le note dell’inno sovietico, Vera abbassa lo sguardo, gira il volto dalla parte opposta, non guarda la bandiera. Rispetta l’avversaria, non rispetta il paese che sta opprimendo la sua Cecoslovacchia e i sogni del progetto di Dubcek. E tutto il Messico è li con Vera in quel momento iconico e storico dello sport mondiale.
Quella sarà anche l’ultima gara del fenomeno di Praga. Perchè la storia influisce su di lei. Il giorno dopo, a Città del Messico, sposerà l’atleta Josef Odlozil. Il ritorno in patria non sarà felice: il suo appoggio a Dubcek la farà diventerà una persona non grata al regime. Sarà costretta al ritiro e verrà dimenticata. Un po’ come Zatopek, l’altro fenomeno di Cecoslovacchia. Vera nel 1993 vivrà un ulteriore dramma umano: il marito verrà ucciso dal figlio Martin.
Solo dopo gli anni 90, i trionfi di Vera torneranno ad esser raccontati al popolo ceco e anche a quello slovacco, i trionfi di una campionessa che fece innamorare il pubblico di tutto il mondo. E quando morirà nel 2016, moltissima gente le tributerà l’ultimo grande saluto.
Vera Caslavska è stata un’autentica regina dello sport olimpico, con un palmares leggendario che la mette tra le grandi dello sport mondiale di tutti i tempi. Una regina che in quell’Olimpiade di Città del Messico, con uno sguardo verso il basso, scrive un momento di sport e storia, come qualche giorno prima avevano fatto Tommie Smith e John Carlos, ma questa è un’altra storia.
E’ l’Olimpiade di Città del Messico 1968, è la storia olimpica scritta da Vera Caslavska, è lo sport, è la storia
Foto: da gazzetta.it