Tutte le vittorie sono belle, ma alcune sono più belle di altre, semplicemente perchè sono uniche. E in quei tre giorni di maggio 1991 lo sport ci ha regalato prima la storia della Sampdoria, poi quella della JuveCaserta.
È il 21 maggio a Caserta per tutti è quel giorno in cui il sogno diventa realtà, in cui la piccola città del Sud batte la grande città del Nord, in cui 10 uomini e il loro condottiero regalano emozioni indelebili che scorreranno sempre nel sangue della città della Reggia.
Ed è una storia magica perchè ha un protagonista che viene dal Nord: è Giovanni Maggiò, nato nelle rive del Lago d’Iseo e poi trasferito a Caserta. Qui nel 1971 acquista la società, la porta in A1 e poi nel 1982 realizza il palazzetto in soli 100 giorni dimostrando che lì, in quella città spesso raccontata solo per cronaca nera, lui vuole vincere. Purtroppo morirà prima del successo in Coppa Italia della sua creatura. Caserta negli anni 80 diventa una protagonista della serie A, ma si ferma spesso a un passo dalla vittoria. Due finali scudetto perse, sempre contro Milano, una finale di coppa Korac persa, contro Roma, due sconfitte in finale di coppa Italia e una, indimenticabile, in finale di Coppa delle Coppe contro il Real Madrid (quella di Oscar contro Drazen Petrovic e del fallo non fischiato a Gentile).
Arriva solo una vittoria nella coppa italia del 1988. Troppo poco per le ambizioni di una città che vive di basket e che attende la domenica per andare a CastelMorrone a seguire i propri eroi. E tra gli eroi c’è un tale Oscar Schmidt, Mao Santa, uno dei più grandi tiratori della storia. A Caserta lo amano, lo adorano, lui è amico dei casertani, entra nelle case dei casertani. E quando prima della stagione 90-91 la società decide di venderlo, c’è delusione per un campione e un amico che cambia.
Nasce così la Phonola Caserta 90-91, nasce con Marcelletti che va in America per scovare due nuovi giocatori e torna con Tellis Frank e Charles Shackleford. A loro si aggiungono campioni che a Caserta sono nati e a Caserta sono legati: come Nando Gentile e Vincenzo Esposito, o come Sandro Dell’Agnello ormai casertano d’adozione. La Regular Season si chiude con la solita Milano in testa alla classifica con 42 punti, Caserta è seconda con 40, frutto di 20 vittorie e 10 sconfitte a dimostrazione di un campionato equilibrato e di alto valore.
Iniziano i playoff mentre Caserta vive giornate difficili per questione politiche. Ma quando scende in campo la JuveCaserta tutto viene dimenticato. Quando gioca in casa il Palamaggiò ribolle, di passione, di amore, di qualcosa che forse trascende lo sport. Ai quarti c’è la Scavolini Pesaro campione d’Italia con Sergio Scariolo in panchina. Caserta vince gara 1, Pesaro domina gara 2, poi nel catino di Caserta, i bianconeri vincono 107-91 gara tre. E’ semifinale.
E’ la volta della Knorr Bologna (la Virtus), altra grande del nostro basket: è una sfida combattutissima che si gioca punto a punto per tutte le prime due gare. E’ 82-80 Caserta, è 75-73 Bologna e poi a gara 3 è dominio Phonola che chiude 91-76. Ed è finale, ancora con Milano.
Ma questa volta in Terra di Lavoro ci si crede: non è più la Milano di qualche anno prima, è una Milano fortissima, ma forse non imbattibile. E c’è una città innamorata che vuole spingere verso la storia. E’ nord contro Sud, è la ricca metropoli contro la povera città di provincia che vive problemi politici e sociali.
La serie della storia inizia a Milano e nonostante un grande Nando Gentile è 99-90 per i milanesi. E’ martedi pomeriggio al Palamaggiò quando si gioca gara 2 e Caserta parte subito a ritmo insostenibile raggiungendo il +23. Finisce 94-80, 1-1. Si torna a Milano e questa volta è Milano impeccabile con Vincent e Riva, Caserta invece è assente: 87-72. Caserta inizia a temere l’ennesima sconfitta in finale. Ma quando il sabato pomeriggio si torna in Campania assistiamo alla partita perfetta di Sandro Dell’Agnello e Tellis Frank. E’ 93-81. Caserta si dimostra sicura di sè, pronta per la partita della vita.
E con la storia torniamo al 21 maggio di 32 anni fa. Caserta è incollata alla Tv. E’ il giorno. Il Forum di Assago è gremito con record d’incasso. Ma Caserta questa volta parte con un bruciante 15-2 targato Esposito. Milano torna sotto, Frank riallontana i meneghini. E’ puro pathos. E’ 39-43 a fine primo tempo.
Poi come nelle storie più leggendarie, arriva il dramma di Vincenzo Esposito, lo scugnizzo casertano, che si rompe i legamenti: piange dal dolore, ma Caserta è la sua squadra e la sua città e rimane in panchina. E forse carica ancora di più la rabbia agonistica dei compagni e di una città intera. Milano si avvicina, ma arrivano i due canestri impossibili di Nando Gentile a chiudere la contesa. E’ il delirio per i mille casertani che hanno raggiunto la Lombardia dopo 800km di sogni e speranze.
La JuveCaserta, la Phonola è campione d’Italia. Per la prima volta lo scudetto del basket scende sotto Roma. Ed è una città malata di basket che scrive questa meravigliosa favola.
E per le vie di Caserta esplode la festa. Una festa di colori bianconeri ed anche di qualche rossoblu: perché nello stesso anno anche la Casertana calcio festeggerà una splendida promozione in serie B.
Un miracolo sportivo? No, il frutto di una programmazione, un allenatore capace, grandi campioni che dimostreranno anche altrove il loro valore: perché c’erano la continuità di Frank e le bombe di Gentile, c’erano la forza di Dell’Agnello e la fantasia di Esposito, c’erano i rimbalzi maestosi di Shackleford e c’erano ragazzi in panchina pronti in ogni momento a dare il loro contributi. E poi c’era un pubblico innamorato, che mai avrebbe lasciato sola la sua squadra.
Questi i nomi degli eroi di Caserta: Nando Gentile, Vincenzo Esposito, Sandro Dell’Agnello, Tellis Frank, l’indimenticabile Charles Shackleford, Sergio Donadoni, Massimiliano Rizzo, Giacomantonio Tufano, Cristiano Fazzi, Francesco Longobardi. Allenatore: Franco Marcelletti
E’ il 21 Maggio 1991, 32 anni fa, è martedi pomeriggio, è Caserta campione d’Italia. Una delle pagine uniche ed indimenticabili dello sport italiano, una favola