Recensione di A.C. Professore di Lingue e Letteratura Italiana e Latina, Giornalista e Appassionato di Sport
Sono passati 33 anni dal secondo scudetto del Napoli, 36 dal primo. Gli scudetti dell’era Maradona. Un periodo esaltante per il Napoli, per la città e per tutti i napoletani sparsi nel mondo. Un periodo però lontano nel tempo: molti di quelli che oggi amano il Napoli, quel periodo l’hanno solo sentito raccontare dai padri e dai nonni, ma non hanno provato quell’emozione che solo una vittoria vissuta personalmente può dare.
Per questo il terzo scudetto del Napoli ha quasi il senso di una ricompensa per tutti quelli che non avendo visto le prodezze di Maradona e degli altri campioni che stavano attorno al Pibe de Oro, aspettavano di essere finalmente partecipi della festa scudetto. Di avere anch’essi un sogno da tramandare ai posteri.
C’è modo e modo di raccontare la storia del terzo scudetto del Napoli. Ma decisamente originale è che a raccontarla siano i tifosi: dal loro punto di vista, con il loro entusiasmo e la loro passione, a volte anche con quella vena polemica che i tifosi hanno e si possono permettere.
È quello che hanno fatto Mirko, Antonio e Andrea, più noti come «FIUS GAMER». Tre ragazzi napoletani che da anni trasmettono nel web la loro personale partecipazione alla vita del Napoli. Dallo stadio o dal loro studio televisivo privato commentano le partite, diffondono le immagini dei tifosi esultanti o avviliti, intervistano altri tifosi, giocatori, tecnici. Sono tre moltiplicatori del tifo napoletano, seguiti nel web da migliaia, talvolta centinaia di migliaia di follower. Hanno iniziato quasi in sordina alcuni anni fa, ma dall’estate del 2022 sono diventati quasi i tifosi ufficiali del Calcio Napoli. È stato lo stesso presidente della società, Aurelio De Laurentiis, a contattarli e a invitarli a Castel di Sangro per seguire da vicino le partite precampionato della loro squadra. Un invito, se lo possiamo dire, anche astuto da parte del presidente, a cui faceva comodo che qualcuno tenesse alto l’umore della piazza napoletana in quell’estate delle grandi partenze: il portiere David Ospina, la roccia difensiva Kalidou Koulibaly, il centrocampista Fabián Ruiz, ma soprattutto i due idoli della tifoseria, Dries «Ciro» Mertens e Lorenzo Insigne. A sostituirli erano arrivati un georgiano dal nome impronunciabile, Khvicha Kvaratskhelia, e un coreano del sud, Kim Min-jae, sconosciuto ai più come del resto il georgiano.
Per Mirko, Antonio e Andrea quello del presidente più che un invito è stato un onore. Sono corsi a Castel di Sangro e da quel precampionato hanno seguito il Napoli con più entusiasmo e più impegno del solito, sino alla giornata della conquista dello scudetto, con la vittoria a Udine, e la successiva festa popolare.
Poi hanno pensato di condensare in un libro la loro esperienza a fianco del Calcio Napoli. Il libro, edito da Sperling & Kupfer, ha un titolo che parla da solo: IL TERZO NON SI SCORDA MAI. Con un sottotitolo esplicativo: lo scudetto vissuto da tifosi. Uno scudetto che i tre ostentano felici nella foto di copertina. È un libro agile e piacevole, che si legge tutto d’un fiato. È un libro rivolto anzitutto ai tifosi del Napoli, ma può soddisfare anche chi, pur non essendo sostenitore del Napoli, ama le storie sportive scritte e raccontate bene. Perché quella descritta da Mirko, Antonio e Andrea è davvero una storia avvincente. E, come quasi tutte le storie, per arrivare alla conclusione felice, parte da momenti duri, quasi disperati.
I tre ragazzi, infatti, per arrivare allo scudetto del 2023, partono da lontano. Non dal periodo d’oro di Maradona, da loro sentito solo raccontare, ma dal momento più triste della quasi centenaria storia dal Calcio Napoli: l’estate del 2004, quando, causa fallimento, il Napoli rischiava addirittura di scomparire dal calcio professionistico. All’ultimo istante era arrivato il salvatore, Aurelio De Laurentiis, che aveva consentito alla gloriosa società di ripartire dalla serie C1.
I Fius Gamer ripercorrono la storia del Napoli da quel momento. La salita dalla C1 alla B ed il ritorno in serie A. I buoni campionati con allenatori Mazzarri e Benitez sino all’arrivo di Maurizio Sarri, che per tre annate ha guidato il Napoli forse più bello dopo l’era Maradona. Era il Napoli di Higuaín e Callejón, di Hamsĭk e di Jorginho, di Albiol e di Lorenzo Insigne. Un Napoli che incantava, ma al quale sfuggivano sempre i successi finali. La Juve lo precedeva regolarmente. Per merito dei torinesi, certo, ma, dicono i tre, anche per decisioni arbitrali tutt’altro che accettabili. Insomma, tante aspettative, ma altrettante delusioni. Continuate per altro negli anni seguenti, con Carlo Ancelotti e con Rino Gattuso in panchina.
Poi è arrivato Luciano Spalletti. Un anno di assestamento, quindi, con una squadra ampiamente rifatta, la grande cavalcata. Un campionato da protagonista assoluto, quello del Napoli, capace, con il suo gioco scintillante, di imporre la sua forza, distanziando sempre più i potenziali avversari. Un successo con alcuni protagonisti più in vista di altri, come Khvicha Kvaratskhelia e Victor Osimhen, ma essenzialmente un successo di squadra, di tutta la squadra, anche di chi ha giocato meno ma ha saputo essere decisivo quando è entrato in campo. Per questo Mirko, Antonio e Andrea dedicano un ricordo particolare a tutti i componenti della rosa.
Dopo la vittoria ad Udine e la matematica conquista dello scudetto, è arrivato il momento della gioia, della commozione, delle lacrime. Dei tre narratori e di tutto il popolo dei tifosi: «Cantavamo, piangevamo commossi, consapevoli di quanto fosse bello essere tifosi del Napoli. Sembrava di essere tornati agli anni Ottanta, quando Maradona era ancora in campo. Sembrava di vivere i racconti dei nostri nonni, dei nostri papà, dei nostri zii. Finalmente avevamo il nostro pezzo di sogno. Finalmente anche per noi c’era un grande trionfo da tramandare ai posteri».