Una storia che nasce da lontano, una storia entrata nella leggenda dello sport italiano. E’ la storia di Marcello Fiasconaro e del suo record del mondo negli 800 metri.
E’ il Sudafrica del dopoguerra quello in cui si trova Gregorio Fiasconaro, un musicista siciliano deportato in Sudafrica. Ed è in quella terra così lontana che Gregorio si innamora di Mabel Marie e da quell’amore nasce Marcello. E come per tutti i ragazzi in Sudafrica, Marcello inizia a giocar a rugby con il sogno di raggiungere la mitica nazionale degli Springbooks. La sua falcata potente e lunga viene notata dal lanciatore Carmelo Rado e MArcello viene indirizzato all’atletica.
Viene invitato ad alcune gare di atletica in Italia e qui, ottiene il passaporto italiano e può iniziare il suo viaggio verso la magica notte milanese.
Il suo esordio è agli Europei del 1971 e nei 400m Marcello vince subito un argento a cui viene aggiunto il bronzo nella 4×400. Il 1972 è anno Olimpico, ma un infortunio lo costringe ad annullare la sua partecipazione. Sembra che la carriera volga già verso la fine, ma il destino riserva a Marcello quella notte del sogno che diventa realtà.
L’inverno tra il 1972 e il 1973 Marcello è in Sudafrica, dove fa molto caldo e dove Marcello vince molte gare migliorando continuamente il record italiano. Rientra in Europa con le luci della ribalta su di lui ma le prestazioni mancano: sembra rendere di più nell’Emisfero Australe che nella terra che gli ha dato la cittadinanza.
Ed arriviamo così alla notte che cambia la sua carriera: è il 27 Giugno 1973, l’Arena Civica di Milano in Parco Sempione. E’ la magica atmosfera di una bella serata milanese. Quella sera si svolge una sfida tra Italia e Cecoslovacchia: ci sono ben 20mila spettatori perchè Marcello, con i suoi capelli lunghi, i suoi baffi, le sue basette e il suo esser personaggio, richiama il pubblico delle grandi occasioni. Ma Fiasconaro non sta bene, ha un forte mal di testa, non è fiducioso e contro di lui c’è il fortissimo Jozef Plachy, grande rivale e oro agli Europei 1972.
E qui finisce la storia e inizia il mito di quei due giri di pista. Marcello parte in prima corsia, vola i primi trecento metri. Nel secondo giro sembra cedere, ma la sua corsa prosegue, veloce e. potente. Il tempo finale dice 1’43″7: è il nuovo record del mondo. E’ il primo uomo a scendere sotto 1’44”. E all’Arena si scatena una festa incredibile. Marcello, abbracciato al suo tecnico Carlo Vittori, viene portato in trionfo in una notte di rara intensità emotiva.
Marcello continuerà la sua carriera ma molti infortuni bloccheranno la sua corsa ad altri grandi risultati; dopo essersi ritirato tornerà a giocare a rugby, il suo primo amore, e poi tornerà in Sudafrica dove la sua vita era iniziata.
Ma nessuno potrà mai dimenticare quella notte all’Arena, quella notte in cui anche La Gazzetta dello Sport fu costretta a bloccare le stampe delle prime pagine perchè Fiasconaro aveva cambiato la storia, quella notte in cui il ragazzo dai capelli lunghi fece impazzire Milano e tutta Italia, quella notte magica per l’atletica italiana. E’ Marcello Fiasconaro e il suo record del mondo, è il 27 Giugno 1973